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Gladiator. Che si dissero i poeti Orazio e Giovanni Pascoli, un maestro di musica e un assassino pentito nel giorno della liberazione degli schiavi
Autore: Franco Cuomo
Editore: Ridotto
Dati libro:
Anno: 2001
Tipologia: Teatro
ULTIMA RIEDIZIONE
Anno: 2002
Editore: Centro studi oraziano
DA UN INEDITO APPUNTO DI PASCOLI
UNA NOVITA’ TEATRALE DI FRANCO CUOMO
A uno spettacolo sul tema di un gladiatore non violento, animato da sentimenti umani e grande spirito di libertà, ci aveva già pensato con oltre un secolo di anticipo su Ridley Scott il poeta Giovanni Pascoli. Figura tra i suoi inediti un progetto di un paio di pagine per un’opera musicale, scritto in forma molto simile a un soggetto cinematografico, sulla vicenda di un gladiatore di nome Veiano divenuto amico del grande poeta Orazio al termine di una violenta carriera nell’arena. L’appunto era diretto al musicista Carlo Della Giacoma, autore di canti libertari come l’Inno della canaglia e quello del partito socialista anarchico, che però non ne fece niente, anche a causa di una sua difficile condizione personale: era infatti, nonostante i suoi ideali “sovversivi”, maestro di un complesso bandistico militare, autore tra l’altro di un inno trionfale al re Vittorio Emanuele II.
Da questa idea di Giovanni Pascoli e dalla particolare situazione in cui nacque ha tratto un testo teatrale Franco Cuomo, rappresentato il 30 giugno 2001 nello scenario archeologico e naturale della Villa di Orazio a Licenza (Roma) in occasione della rassegna “Oraziana 2001”, curata da Otello Lottini in collaborazione con il Ministero per i beni culturali.
Il testo è una rielaborazione dell'amicizia tra il gladiatore e il poeta in un contesto storico universale, dove intellettuali d’epoca diversa possano essere accomunati da una medesima idea di libertà, fuori del tempo.
Ha firmato la regia Alberto di Stasio, che si è avvalso tra l’altro di musiche originali di Carlo Della Giacoma, eseguite dall’Ensemble Orpheus. Il testo è stato inoltre pubblicato sulla rivista teatrale Ridotto.